domingo, 28 de maio de 2017

Italian Songs - I classici della musica italiana



01 Renato Carosone - 'o sarracino 00:00 02 Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu (Volare) 03:10 03 Fred Buscaglione - Che bambola! 06:49 04 Mina - Tintarella di luna 09:13 05 Celentano - Il tuo bacio è come un rock 12:13 06 Enrico Caruso - O sole mio 14:12 07 Nicola Arigliano - I Sing Ammore 17:27 08 Nilla Pizzi - Grazie dei fior 19:50 09 Fred Buscaglione - Guarda che luna 23:39 10 Claudio Villa - Corde della mia chitarra 26:02 11 Domenico Modugno - La donna riccia 28:56 12 Gino Paoli - Il cielo in una stanza 31:33 13 Johnny Dorelli - Boccuccia di Rosa 33:55 14 Beniamino Gigli - Ti voglio tanto bene 26:29 15 Dalida - Milord 39:19 16 Fred Buscaglione - Buona sera signorina 43:09 17 Don Marino Barretto - Come prima 45:47 18 Mina - Nessuno 48:22 19 Renato Carosone - Tu vuo' fa' l'americano 50:23 20 Peter Van Wood - Butta la chiave Gelsomina 53:51 21 Teddy Reno - La più bella del mondo 56:57 22 Teddy Reno - Piccolissima serenata 59:55 23 Peter Van Wood - Tre numeri al lotto 1:03:05 24 Renato Carosone - Malafemmena 1:05:48 25 Nilla Pizzi - Vola colomba 1:08:36 26 Marino Marini - 'na voce 'na chitarra 1:12:04 27 Wilma De Angelis - Non avevo che te 1:14:37 28 Renato Carosone - Torero 1:18:08 29 Fred Buscaglione - Eri piccola così 1:21:09 30 Domenico Modugno- Vecchio frack 1:24:04 31 Claudio Villa - Usignolo 1:28:40 32 Celentano - Ciao ti dirò 1:32:11 33 Massimo Ranieri - Rose Rosse 1:34:47 34 Umberto Bindi - Il mio mondo 1:37:59 35 Domenico Modugno - Musetto 1:40:26 36 Beniamino Gigli - Non ti scordar di me 1:43:59 37 Quartetto Certa - Nella vecchia fattoria 1:47:19 38 Peter Van Wood - Via Montenapoleone 1:50:11 39 Dalida - La strada dei sogni 1:53:04 40 Beniamino - Gigli Mamma 1:55:58 41 Mina - Folle banderuola 1:59:02 42 Enrico Caruso - Core 'ngrato 2:01:47

A Tribute to Burt Bacharach Concert at The White House


The Most Touching and Beautiful Soundtracks


John Barry Memorial Concert (June 20th, 2011) Royal Philharmonic Orchestra


Diário de vida: A história de Elsa (Born Free - 1966)


O primeiro  filme do qual me lembro se chama Born Free (A história de Elsa) que conta a história verídica de uma leoa chamada Elsa que é adotada por um casal, mas quando ela cresce percebem que deve viver em liberdade e a levam a uma reserva no Quênia.

A música-tema que dá nome ao filme, Born Free, foi composta por John Barry, autor de várias trilhas sonoras, como por exemplo, do filme Em algum do passado (Somewhere in time) estrelado por Christopher Reeve e Jane Seymour. 


Intervista con Michael Radford - testimonianza su Massimo Troisi (Bifest 2014 - Ilikepuglia)


Intervista con Michael Radford - ricordando Massimo Troisi


Diário de vida: Renkon


Ontem fui à Liberdade porque queria comprar algumas revistas sobre lírica e como estava na hora do almoço fui ao Nandemoya. Hoje posso dizer que comi bem, quer dizer com um pouco mais de apetite. Um peixe grelhado delicioso, mas principalmente o renkon. Faz tempo que não o comia e estava muito gostoso. Não me lembrava mais do nome e tive que perguntar para uma funcionária do restaurante. Eis uma receita feita com ele.


quinta-feira, 25 de maio de 2017

La voce ha adesso un volto - Roberto Gentile


Mi sono piaciute molto le interviste rilasciate da Il Volo alla Radio Subasio ma anche la voce dello speaker che ha intervistato i ragazzi. Si chiama Roberto Gentile e nel seguente video è ospite della Radio Siani.



segunda-feira, 22 de maio de 2017

Trionfale debutto del tour mondiale al Radio City Music Hall di New York - Patrizia Ciava (Italia Ri-unita)



Applausi scroscianti, ripetute standing ovation e lanci di fiori hanno scandito il concerto del trio italiano di pop-opera, Il Volo, al Radio City Music Hall di New York, lo scorso sabato 4 marzo, prima tappa di un tour che li porterà ad esibirsi in 15 Stati americani prima di approdare in Italia e in Europa.

Impeccabili nei loro tuxedo blu scuro “Made in Italy”, ed accompagnati per la prima volta da una orchestra sinfonica, il trio di giovanissimi, composto dai tenori Piero Barone e Ignazio Boschetto e dal baritono Gianluca Ginoble, hanno scaldato con le loro possenti voci e appassionate esecuzioni i cuori e le anime di fan di ogni età, tra cui anche molti giovanissimi, accorsi per il debutto della loro formidabile tournée.

Il Radio City Music Hall, che gli Americani definiscono “Showplace of the Nation”, non è semplicemente un teatro di New York, ma è “il teatro”, il tempio della musica e dello spettacolo per antonomasia. Fin dagli anni ’30 ha intrattenuto intere generazioni con concerti, programmi radiofonici e televisivi e spettacoli di ogni genere; sul suo palco si sono esibiti artisti del calibro di Frank Sinatra, Aretha Franklin, i Pink Floyd e Liza Minnelli.

I membri de Il Volo sono tra i più giovani artisti di tutti i tempi ad aver raggiunto un successo globale tale da potersi esibire lì per ben tre volte facendo il tutto esaurito. Il loro primo concerto si era tenuto nel 2013, il secondo l’anno dopo. I tre ragazzi non ancora ventenni, con il loro stupefacente talento vocale e interpretativo, avevano letteralmente incantato il pubblico di oltre 6000 spettatori ed entusiasmato la critica musicale, contribuendo a diffondere ulteriormente la loro fama in tutto il continente.

E la magia si è ripetuta anche questa volta.

In una fredda notte newyorkese, con il loro “Tributo ai Tre Tenori”, i cui biglietti erano sold-out già da novembre, e con un sofisticato repetorio comprendente arie di lirica e brani in italiano, inglese e spagnolo, Il Volo ha infiammato la platea del RCMH che ha tributato loro entusiastiche standing ovation dopo ogni esecuzione. Per assistere al concerto molti americani hanno affrontato estenuanti viaggi in auto da altre città e persino da uno stato all’altro. Le pagine dei gruppi social sono stati invase dalle foto dei fan che si ritrovavano nei bar e ristoranti di New York per un veloce spuntino prima dell’inizio del concerto, amicizie nate e fiorite online grazie alla comune passione per Il Volo, persone disposte a pagare 400 dollari a biglietto per immortalare un breve incontro post- concerto con i giovanissimi membri del trio.

Molti di loro, dopo essere stati a diversi concerti negli USA, a maggio si imbarcheranno addirittura su un volo transoceanico per assistere ad altri concerti in Italia e in Europa. Sul sito del Fanclub americano “Il Volo Flight Crew”si possono trovare le liste dei fan che verranno appositamente in Italia per assistere ai loro concerti a Roma, Verona e Taormina. Ma questa strabiliante dedizione e passione per Il Volo non è solo una prerogativa dei fan americani, alcuni si preparano a partire da città europee escluse dal tour e persino dal Canada e dal Giappone, come era già accaduto in occasione dei loro precedenti concerti a Taormina e Pompei, dove molti degli spettatori erano arrivati appositamente dall’estero.

Alcuni proseguiranno poi per Londra, dove, il prossimo, 23 maggio il trio si esibirà su un altro “palcoscenico per i più grandi del mondo”: il Royal Albert Hall. Dalla sua inaugurazione nel 1871, la Royal Albert Hall si è attentamente costruita una reputazione impeccabile. Qui si sono esibiti i più grandi artisti internazionali, direttori come Leonard Bernstein e Herbert von Karajan, orchestre come la Wiener Philharmoniker, e sono state ospitate anche performance pop di gruppi quali Beatles, Rolling Stones e più recentemente Coldplay e Stereophonics. Solo 7 artisti italiani vi si sono esibiti dal 1871 ad oggi. Oltre a Ludovico Einaudi, il grande pianista e compositore, Pavarotti e Zucchero (che con sei concerti detiene il record di presenze di un cantante italiano), altri quattro grandi artisti della musica italiana vi sono esibiti, Umberto Tozzi nel 1988 (registrandovi anche un album omonimo), Claudio Baglioni nel 2010, Laura Pausini nel 2012 e Luciano Ligabue nel 2012 e 2013.

Il 23 maggio 2017, Il Volo diventerà non solo l’ottavo artista italiano ad avere il raro privilegio di esibirsi al Royal Albert Hall ma, con la loro età compresa tra i 22 e 23 anni, saranno anche i più giovani ad aver mai calcato quel prestigioso palco. Prima di loro solo i Beatles e Bob Dylan, che aveva 23 anni quando tenne il suo primo concerto, sono riusciti a raggiungere un successo planetario che di solito altri artisti ottengono dopo 15-20 anni di carriera.

Il Volo è l’unica realtà italiana in grado di collezionare concerti sold-out in ogni parte del mondo, raggiungendo un pubblico eterogeneo la cui età spazia dai 5 agli 80 anni e oltre. Per questo motivo rappresentano un fenomeno unico e atipico nel panorama musicale internazionale.
Il Volo conta più di 4000 fan club sparsi in diversi paesi, da Singapore alla Serbia, dal Brasile alla Nuova Zelanda, dall’Australia alla Norvegia; i loro CD escono simultaneamente in più di 57 paesi e scalano subito i vertici delle classifiche dei dischi più venduti.

Ambasciatori delle loro rispettive regioni nel mondo, non esportano solo la musica italiana e il “belcanto” all’estero e tra le nuove generazioni ma incarnano la parte migliore dell’Italia, quella che riesce ad affermarsi grazie al talento, alla dedizione e all’impegno. Rappresentano un valore aggiunto per il nostro paese e meriterebbero l’attenzione ed il plauso non solo dei media ma soprattutto delle nostre istituzioni, non fosse altro che per lo straordinario ruolo che svolgono nel promuovere la lingua e la cultura italiana (non si contano i fan che dichiarano di studiare o di voler studiare l’italiano per comprendere e cantare le loro canzoni) e persino nell’incrementare il turismo, visto il gran numero di persone che vengono nel nostro paese solo per assistere ai loro concerti o per visitare i paesi natii dei tre giovani.

La lingua, veicolata attraverso la musica, ha una capacità seduttiva senza uguali e può aiutare ad accrescere l’attrattività ed il prestigio di una nazione nel mondo. Questo americani e inglesi lo hanno capito da tempo. E’ chiamata ”soft power” (potere soffice), cioè la capacità di attrarre, ricevere consensi, migliorare reputazione e desiderabilità senza bisogno di essere una grande potenza economica o militare.

Quando anche le stelle si inchinano al Volo - Valeria Bosch (Patrizia Ciava - Italia ri-unita)



Shakespeare diceva che non vi è mondo al di fuori delle mura di Verona (“there is no world outside Verona walls”, Romeo and Juliet, atto III, scena III) e sebbene per me, veronese di antica generazione, sia sempre stato così, mai è stato vero come oggi 19 maggio 2017: infatti è concentrato qui, in Verona, anzi nella sua antica Arena, il mondo che stasera voglio sia mio, il mondo di cui voglio godere, che voglio assaporare e centellinare!

Da oltre due anni seguo e amo la musica di tre giovani che per assurdo potrei arrivare a dire mi sono ormai quasi più familiari dei miei stessi figli, in quanto ogni giorno mi informo sui loro spostamenti, sui loro concerti, ogni giorno ascolto il loro canto, gioisco di ogni loro successo, mi arrabbio e, se necessario, combatto se vengono ingiustamente attaccati e offesi. Per la prima volta stasera li vedrò dal vivo, ma tengo le mie emozioni ben chiuse dentro di me, infatti solo per amore filiale mi sta accompagnando mio figlio, lui non è un loro ammiratore, anzi appartiene alla categoria di coloro che li deridono senza conoscerli.

Arriviamo verso le nove, faccio appena in tempo a notare alcune signore che si abbracciano freneticamente e penso, sorridendo, che sicuramente si tratta di amiche Facebook che finalmente si sono conosciute in carne ed ossa! l’unica persona che riconosco è il manager Torpedine che sulle gradinate a lato del palcoscenico passeggia nervosamente. Ed ecco accendersi le luci sul palcoscenico, l’orchestra, il direttore e poi…loro, eccoli, stranamente resto fredda, sono come li ho visti un milione di volte su Youtube, alla TV, in DVD, essere ora a pochi metri di distanza non mi trasmette alcuna emozione particolare.

Aspetto. E aprono bocca: è il “Nessun dorma” di Puccini, ed improvvisamente tutto cambia, è una specie di miracolo. Sono scesi gli angeli dal cielo a cantare, in questa fredda serata veronese, le loro voci, per quanto superbe possano essere in registrazione, dal vivo sono tutta un’altra storia, il volume di voce e di armonia che ti investe e ti schiaccia ha dell’inverosimile! Prima la voce di Gian, calda e sinuosa, ti avvolge e ti irretisce in morbide spire di velluto, quasi desideri di non riuscire a districartene più tanto ti ammalia, è semplicemente perfetto nei toni, nei passaggi, nei giri armonici; poi entra Ignazio con quella voce allo stesso tempo irruente e vigorosa, ma anche commossa e appassionata, che ti prende per mano e ti trasporta per prati in fiore, acque cristalline e cieli azzurri, una voce che in alcuni passaggi si carica talmente di passione da essere capace di scatenare le emozioni dal più profondo, i desideri più nascosti, una commozione ancestrale che mai avresti pensato di poter provare.

Infine arriva a chiudere il cerchio lui, Piero. Caro Piero, a te devo delle scuse, mi cospargo il capo di cenere e provo rammarico per tutte le volte che nei miei commenti ho scritto che la tua voce, pur essendo bellissima e potente, non riusciva ad esercitare su di me nè la seduzione della voce di Gian, nè la passione della voce di Ignazio. Quando hai iniziato la tua parte, sono rimasta letteralmente annichilita, una voce così piena, con una tale possanza armonica, un timbro così magnificamente profondo proprio non me l’ aspettavo: la tua voce faceva rimbombare l’ Arena carica di secoli e io con la fantasia vedevo i gladiatori smettere di combattere e i leoni zittirsi per ascoltare!

Allora ho girato lo sguardo verso mio figlio e non credevo ai miei occhi: aveva un’espressione stralunata, sbalordita, mi guardava come per dire: “ma come è possibile?” e ho realizzato che i muri erano caduti, che il Volo aveva vinto un’ altra battaglia! Il tributo del pubblico è travolgente, applausi e ovazioni si susseguiranno senza contarli fino alla fine, in Arena la “notte magica” diventa ancora più magica, in pochi altri posti al mondo lo spettacolo è duplice, uno si svolge sul palcoscenico, l’altro sugli spalti: il colpo d’occhio sulla conca piena fino all’inverosimile è di quelli che non si dimenticano e i due spettacoli si fondono insieme fino quasi a farti sentire smarrito.

Il concerto continua senza un attimo di cedimento, senza che vi sia mai, da parte dei tre ragazzi, un calo di resa, un appannamento di voce: e così sfilano tutte le arie che già tante volte abbiamo apprezzato, a tre voci, a due , gli assolo. Un pò mi è spiaciuto che, rispetto Firenze, sia mancata “Mamma”, così tenera, ma evidentemente qualche taglio si è reso necessario per far posto a quelli che alla fine sono stati i brani più commoventi della serata: una splendida “Caruso” di cui i ragazzi rendono un’interpetazione che, ne sono sicura, sarebbe stata applaudita dallo stesso grande Lucio, e l’incomparabile “Ave Maria, mater misericordiae”, che Gian, Ignazio e Piero eseguono in maniera talmente ispirata da trasformarla in un’immensa preghiera corale, capace di toccare il cuore di chiunque, credente o non credente che sia. Verso la fine del concerto riflettevo a quanta strada hanno fatto i ragazzi dal concerto di Firenze ad oggi, il loro miglioramento è palpabile, emanano sicurezza, forza, padronanza di testo e note: la loro musica compie il miracolo di trasportarti, mentre li ascolti, su un’isola felice, una specie di isola dei beati dove vige solo la legge dell’amore e le sue espressioni sono il bello e il buono.

Le loro voci, in questo periodo, sono in assoluto le più belle che abbiamo in Italia e mi sento fiera al pensiero che tra pochi giorni porteranno a rifulgere il nome italiano in quell’ esclusivo tempio della musica che è il Royal Albert Hall di Londra. Il concerto è alla sua ultima esecuzione e, mentre i ragazzi , felici, si abbandonano in mezzo al tripudio generale ad un finale matto e festoso con il loro “Grande amore”, io, che sento l’ostilità di mio figlio ormai dissolta e anzi diventata complicità, faccio un gesto da ragazzina, mi alzo e tento di andare sotto al palco, ma una severa bodyguard mi blocca, ed allora non mi resta che alzare gli occhi al cielo di Verona, quel cielo che stasera doveva travolgerci tutti con tuoni e fulmini, e che invece si è trapunto di stelle, perché ha sentito il dovere di adeguarsi alla magia e all’incanto di una notte come questa.

E mentre abbandoniamo l’ Arena, gli echi delle ultime note si spengono nell’aria, ma non nei nostri cuori dove resteranno a lungo, per conservare gli effetti magici della musica alata che stasera ci è stata donata.

sexta-feira, 19 de maio de 2017

Restaure sua confiança - Pe. Fábio de Melo


L'atto di abbracciare: Tale padre tale figlio



Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto


Papà Boschetto e papà Ginoble 

Entrevista com Rodrigo Santoro (Conversa com Bial)


Entrevista com Rita Lee (Conversa com Bial)


Entrevista com Pe. Fábio de Melo (Conversa com Bial)


Entrevista com Augusto Cury (Conversa com Bial)


quarta-feira, 17 de maio de 2017

Essas são as 5 principais diferenças entre uma alma gêmea e um parceiro de vida - Luiza Fletcher (O Segredo)


Há muitos equívocos sobre os termos alma gêmea e parceiro de vida.

Uma alma gêmea é alguém que entra em sua vida para ensiná-lo, enriquecê-lo, motivá-lo e transcendê-lo em um estado superior de ser e consciência.

Um parceiro de vida é um companheiro em quem você confia e de quem depende durante sua vida.

Abaixo estão 5 diferenças entre uma alma gêmea e um parceiro de vida:

1. Uma alma gêmea completa uma lição em sua vida

Almas gêmeas podem entrar em sua vida mascaradas como amigos, familiares e parceiros românticos. Elas despertam uma paixão ou desejo que precisam ser aprendidos. Uma vez que a atribuição e orientação é concluída, a alma gêmea geralmente sai do foco, muitas vezes, deixando uma quantidade inconcebível de dor no coração.

Um parceiro de vida tem interesses semelhantes em sua vida. Esta pessoa te incentiva, é o pilar de força e apoio que te motiva a assumir riscos. Ao contrário da alma gêmea, no entanto, um parceiro de vida fica por perto, independente dos obstáculos e desafios adiante. Os parceiros de vida estão espiritualmente e emocionalmente conectados, sem noções egoístas.

2. Há uma diferença enorme nas conexões de alma

As almas gêmeas têm uma conexão profunda através do coração e da consciência. Elas atingem o ego e provocam tumulto. As relações são intensas e cheias de transições. Essas lindas experiências geralmente terminam em corações partidos. Almas gêmeas trazem consigo lições cármicas que precisam ser completadas nesta encarnação.

Os parceiros de vida chegam em um momento em que há amor-próprio e aceitação. Você não precisa mais preencher um vazio que não pode ser explicado. Esses parceiros juntam-se com histórias semelhantes. Eles ficam em sua vida e com você a longo prazo.

O propósito de uma alma gêmea é abalá-lo, despedaçar seu ego, mostrar-lhe seus obstáculos e vícios, quebrar seu coração para que uma nova luz possa entrar e te deixar tão desesperadamente fora de controle que você sente a necessidade de transformar sua vida.” ~ Elizabeth Gilbert

3. Existe uma atração que vai além dessa vida

Quando você encontra sua alma gêmea, sente que a conhece desde sempre. Vocês compreendem um ao outro e têm maneiras semelhantes de pensar. Suas infâncias têm histórias semelhantes. É aí que a intensidade das almas gêmeas começa. Há um “saber” que, magneticamente , atrai um para o outro. Esses relacionamentos podem ser caóticos e destrutivos, pois existem níveis de espelhamento entre ambos: falhas e hábitos.

Parceiros de vida, no entanto, vêm de diferentes caminhos e origens. As diferenças aumentam a conexão emocional. Você quer aprender mais com o outro. Você se sente à vontade em sua presença e isso se transforma em uma amizade profunda e eterna. O amor cresce a cada dia.

Encontros importantes são planejados pelas almas muito antes que os corpos se vejam.” ~ Paulo Coelho

4. Uma alma gêmea o conhece intuitivamente

Há uma conexão alta entre o pensar e sentir. Vocês conhecem os pensamentos e desejos um do outro. Almas gêmeas não precisam de palavras para transmitir suas ideias e emoções. Elas já estiveram onde você está. Sabem como é sentir-se de uma certa maneira.

Parceiros de vida são atraídos um ao outro fisicamente, e anseiam aprender os valores do outro. A relação é baseada em estimulação lógica e intelectual.

5. Quando você encontra sua alma gêmea, acabou de passar por uma grande experiência de vida

Almas gêmeas chegam na hora específica em que algo precisa ser encerrado. Lições surpreendentes vêm através destes relacionamentos. O amor compartilhado é estático e, às vezes, cheio de obstáculos. Essas duas pessoas estão tentando encontrar fundamento em um relacionamento que traz o melhor e o pior de cada uma.

A relação com um parceiro de vida é fácil. Começa sem trabalho. Não há histórias passadas ou futuras que manipulem a união. Há apenas o agora. Estes relacionamentos têm casamentos saudáveis, porque ambos os lados estão prontos para criar uma unidade, permanecendo em sua própria individualidade e autenticidade.

É muito possível que sua alma gêmea também possa ser seu parceiro de vida. E, também é possível que a relação com um parceiro de vida pode se tornar uma profunda conexão entre almas. A maior diferença entre um parceiro de vida e uma alma gêmea é que uma é uma escolha, e a outra não é. Não há melhor ou pior nestes dois tipos de relações. Sua alma e suas conexões criam esses laços especiais.

Cada pessoa que entra em sua vida é um professor e um aluno.

terça-feira, 16 de maio de 2017

Diário de vida: reflexões sobre a língua e a música italianas


No final do ano passado logo após o Natal dei um pulo no centro da cidade e por acaso perguntei ao vendedor em uma loja de discos se ele tinha algo do trio Il Volo. Encontrei o CD + DVD Notte Magica que acabei comprando. Cheguei em casa e assisti ao vídeo. Em um primeiro momento achei que se tratava de três cantores de música lírica, mas a minha intuição (sempre ela) me disse para pesquisar. Comecei a assistir a vários vídeos: de música, de entrevistas, os de funny moments e fiquei apaixonada pelos rapazes. 

Na verdade eu tinha começado pelo final porque o concerto feito em Florença em 2016 em plena Piazza Santa Croce e regido pelo maestro Placido Domingo foi o último trabalho feito por Gianluca, Ignazio e Piero. 

Em janeiro fiz um curso intensivo do Il Volo e achei um e-book que adquiri para colocar em ordem cronológica o imenso material à disposição na net. E a minha colega Denise me trouxe da Itália o livro autobiográfico Il Volo Un'avventura straordinaria - La nostra storia

E à medida que ia conhecendo os rapazes foi crescendo também a vontade de assistir a um show deles. E fiquei pensando no motivo pelo qual me tornei fã deles. Eu admiro vários cantores, mas só fui a alguns shows de música japonesa com minha mãe e a um único  do Roupa Nova. 

Acho que antes de mais nada é porque são italianos e não é à  toa que me tornei professora de italiano de tanto que amo esse idioma. Mas não era só isso porque admiro muitos cantores italianos como Lucio Dalla, Raf, Gianni Morandi, Jovanotti, Bocelli, Ramazzotti e tantos outros, mas nunca pensei seriamente em assistir ao show de um deles. 

Não vou falar do talento deles como cantores porque isso é mais do que evidente, mas o que me chamou a atenção é que são simpáticos, espontâneos, divertidos e principalmente humildes. Sinto que a presença deles está me ajudando a recarregar as baterias depois de trinta anos de carreira. 

Eu me identifico com eles de maneira diversa. Gosto de Frank Sinatra, Dean Martin e Elvis Presley como Gianluca. Com Piero tenho em comum o gosto pelo jogo de palavras (le battute) e sou fã de Pino Daniele como Ignazio. 

Do ponto de vista profissional estou conseguindo atualizar a língua porque faz tempo que não viajo para a Itália. 

Gostaria de agradecer muito aos rapazes pela ajuda que estão me dando.

Vi voglio tanto bene!!!






segunda-feira, 15 de maio de 2017

Alcuni flashmob in Italia


Carrefour Assago (MI)



Volo Monaco di Baviera - Verona



Metropolitana di Milano



Roma





ESSERE o AVERE - Gianni Rodari (Il libro degli errori)


Il professor Grammaticus, viaggiando in treno, ascolta la conversazione dei suoi compagni di scompartimento. sono operai meridionali, emigrati all’estero in cerca di lavoro: sono tornati in Italia per le elezioni, poi hanno ripreso la strada del loro esilio.

– Io ho andato in Germania nel 1958, – dice uno di loro.

– Io ho andato prima in Belgio, nelle miniere di carbone. Ma era una vita troppo dura.

Per un poco il professor Grammaticus li sta ad ascoltare in silenzio. A guardarlo bene, però, pare una pentola in ebollizione. Finalmente il coperchio salta, e il professor Grammaticus esclama, guardando severamente i suoi compagni:

– Ho andato! Ho andato! Ecco di nuovo il benedetto vizio di tanti italiani del Sud di usare il verbo avere al posto del verbo essere. Non vi hanno insegnato a scuola che si dice: “sono andato”?

Gli emigranti tacciono, pieni di rispetto per quel signore tanto perbene, con i capelli bianchi che gli escono di sotto il cappello nero.

– Il verbo andare, – continua il professor Grammaticus, – è un verbo intransitivo, e come tale vuole l’ausiliare essere.

Gli emigranti sospirano. Poi uno di loro tossisce per farsi coraggio e dice:

– Sarà come lei dice, signore. Lei deve aver studiato molto. Io ho fatto la seconda elementare, ma già allora dovevo guardare più alle pecore che ai libri. Il verbo andare sarà anche quella cosa che dice lei.

– Un verbo intransitivo.

– Ecco, sarà un verbo intransitivo, una cosa importantissima, non discuto. Ma a me sembra un verbo triste, molto triste. Andare a cercar lavoro in casa d’altri… Lasciare la famiglia, i bambini.

Il professor Grammaticus comincia a balbettare.

– Certo… Veramente… Insomma, però… Comunque si dice sono andato, non ho andato. Ci vuole il verbo “essere”: io sono, tu sei, egli è…

Eh, – dice l’emigrante, sorridendo con gentilezza, – io sono, noi siamo!… Lo sa dove siamo noi, con tutto il verbo essere e con tutto il cuore? Siamo sempre al paese, anche se abbiamo andato in Germania e in Francia. Siamo sempre là, è là che vorremmo restare, e avere belle fabbriche per lavorare, e belle case per abitare.

E guarda il professor Grammaticus con i suoi occhi buoni e puliti. E il professor Grammaticus ha una gran voglia di darsi dei pugni in testa. E intanto borbotta tra sé: – Stupido! Stupido che non sono altro. Vado a cercare gli errori nei verbi… Ma gli errori più grossi sono nelle cose!

domingo, 14 de maio de 2017

Il Volo in backstage - Patrizia Ciava


Roma, Palasport, 12 maggio 2017, ore 19.20

Poter assistere ai preparativi degli artisti che si apprestano ad andare in scena è forse una esperienza più interessante e coinvolgente del concerto stesso. Solo gli addetti ai lavori e pochi amici e familiari sono ammessi nella zona del backstage e dei camerini, quindi si tratta di un privilegio raro. E’ questo il momento in cui l’artista, lontano dalla luce dei riflettori, mostra il suo lato più vero e vulnerabile, sottoposto com’è alla tensione del “panico da palcoscenico” che colpisce anche gli artisti più navigati ed esperti.

Nel backstage del Palasport di Roma manca poco più di un’ora all’inizio del concerto de Il Volo e fervono i preparativi, ma non si respira un’aria densa di tensione e di nervosismo come ci si potrebbe aspettare. Nei corridoi, alcuni orchestrali ancora in jeans e Tshirt sono seduti per terra e conversano tranquillamente. Alcuni provano gli strumenti in un angolo. A turno entrano poi nei camerini a loro riservati per cambiarsi.

I componenti de Il Volo, Gianluca, Ignazio e Piero, sono chiusi nei loro camerini ma ogni tanto uno di loro esce fuori, con indosso solo metà del vestito di scena, per chiacchierare con gli altri o farsi un selfie. Abbracciano i nuovi arrivati e, passando, hanno sempre una parola, un sorriso o un pacca sulla spalla per tutti.  
I loro parenti, amici e i membri del management e dello staff conversano e scherzano tra loro senza mostrare alcuna ansia o preoccupazione, come se si trovassero ad una rilassata riunione tra familiari.

Ad un certo punto si presenta all’ingresso della zona transennata una coppia, spingendo la sedia a rotelle di un ragazzo disabile, e viene fermata dall’addetto di guardia che intima: “senza permesso non si può passare”. Ignazio scorge la famigliola e si avvicina a loro, chiamando a gran voce i suoi due colleghi che accorrono subito per abbracciare il loro giovane fan il cui viso si illumina di gioia e di commozione. Si tratta di una azione del tutto spontanea, non c’è nessun manager a suggerire sottovoce “Fatevi riprendere, è tutta pubblicità”, anzi ci dicono che è proibito scattare foto o fare riprese per motivi di privacy. I tre artisti si intrattengono amabilmente per alcuni minuti con il ragazzo e i suoi genitori poi, scusandosi per il poco tempo a disposizione, si congedano e ritornano nei camerini.

La memoria a quel punto mi riporta ad altri backstage, con i “divi” che passavano senza degnare di uno sguardo i presenti, come se si considerassero semidei, seguiti da un nugolo di assistenti trafelati e spaventati. Anche quelli che parevano gentili in realtà mostravano più che altro accondiscendenza, ostentando un’aria annoiata e infastidita come a voler rendere chiaro a tutti che loro erano famosi e gli altri non erano nessuno. Dai camerini si levavano subito le loro voci adirate che urlavano ordini ai malcapitati costumisti rei di aver tralasciato una piega o di aver sbagliato un accessorio. Ricordo la delusione nello scoprire la boria e l’arroganza di artisti che venivano presentati al pubblico come “simpatici e alla mano”.

Dal camerino di Piero, invece, trapelano solo i suoi possenti gorgheggi mentre “scalda” la voce. Poi all’improvviso risuona a tutto volume un brano dal ritmo latinoamericano, la porta si spalanca e Piero esce fuori ballando, con indosso il pantalone, la camicia del completo e il papillon, e trascina nei suoi volteggi i membri dell’orchestra già in abito da sera che ridono divertiti. Suo padre, in piedi davanti allla porta, sorride comprensivo. Ignazio e Gianluca escono a loro volta e si uniscono alla danza improvvisata, poi qualcuno ricorda loro che mancano pochi minuti all’inizio del concerto e si precipitano di nuovo nei rispettivi camerini. Pochi secondi dopo riesce Ignazio senza scarpe e con la camicia slacciata e corre verso l’ingresso del corridoio urlando al manager mentre passa: “devo andare a prendere la cugina di Alessandra, non la fanno passare”. Ritorna poco dopo con la giovane e la presenta a tutti, prima di rinchiudersi nuovamente.

Una costumista si affretta portando il completo di Gianluca ma nello sfiorare una persona la giacca scivola dalla stampella, cade a terra e qualcuno ci mette involontariamente un piede sopra, lasciandola tutta spiegazzata; occorre ristirarla subito. Un episodio che avrebbe sicuramente scatenato l’ira di altri finisce in battute e risate: “Lo avevo detto che era meglio usare vestiti che non si stirano…anzi meglio vestiti usa e getta!”

Ignazio e Piero sono quindi pronti per primi e, mentre aspettano Gianluca, scherzano con il direttore d’orchestra. Quando mancano ormai solo cinque minuti all’inizio del concerto un’addetta della produzione annuncia che c’è un giornalista che vorrebbe intervistare i ragazzi. Michele Torpedine, il loro manager, obietta che c’è poco tempo ma loro si dichiarano disponibili. Ignazio e Piero lo invitano nel camerino e Gianluca li raggiunge poco dopo.

Viene spontaneo chiedersi se i giornalisti che li hanno spesso dipinti come montati e arroganti lo abbiano fatto spinti da un perverso senso di onnipotenza nel voler plasmare l’opinione pubblica presentando di loro una immagine opposta a ciò che sono realmente. Questi tre ragazzi sono infatti l’antitesi del divismo e sono addirittura sconcertanti per la loro umiltà e semplicità. E’ come se avessero scisso la loro dimensione artistica da quella personale, conservando i principi e i valori granitici inculcati dalle loro famiglie, che dimostrano ancora oggi uno straordinario esempio di genitorialità amorevole, presente, attenta, e mai invasiva; una qualità rara. L’aspetto ancora più straordinario è che questi tre ragazzi, con caratteristiche così simili, provenienti da regioni diverse, si siano incontrati per caso nello stesso luogo e nello stesso momento creando un fenomeno che incanta il mondo intero. Porta davvero ad interrogarsi sulla forza del destino.

Arriva il momento di incamminarsi tutti assieme verso l’ingresso del palco e il corridoio del backstage si svuota. L’orchestra entra in scena per prima e intona le note del brano introduttivo. Gianluca si apparta con la madre, che gli sistema il papillon, poi passeggia con il fratello. Ignazio racconta una barzelletta a Pif, che era venuto ad intervistarli. Il padre di Piero dà un’ultima pulita agli occhiali del figlio, gli sussurra qualcosa e lo abbraccia. L’orchestra tace, il pubblico applaude e Michele annuncia: “E’ ora!”. In colonna indiana seguiamo i tre artisti che entrano nella sala del Palasport gremito, accolti dal boato della folla in delirio, e per un attimo capiamo tutti cosa si prova ad essere adorati come idoli da migliaia di persone.

sábado, 13 de maio de 2017

Una leggenda - Serena-mente

Narra la leggenda che quando gli dèi crearono la razza umana discussero a lungo sul luogo in cui mettere le risposte alla vita, così da costringere gli umani a cercarle.

Un dio propose:<< Mettiamo le risposte in cima ad una montagna, non andranno mai a cercarle lassù>>

<<No, le troverebbero subito>> risposero gli altri.

Un altro dio propose: << Mettiamole al centro della terra. Non andranno mai a cercarle laggiù>>.

<< No, le troverebbero subito>> risposero gli altri.

Poi parlò un altro << Mettiamole in fondo al mare>>

<< No, le troverebbero subito>> risposero in coro.

Cadde il silenzio...

Dopo un pò un altro dio parlò:<< Potremmo mettere le risposte della vita dentro di loro. Non andranno mai a cercale laggiù>>.

E cosi fecero.

quinta-feira, 11 de maio de 2017

A água azul solarizada apaga memórias que causam sofrimento e situações repetitivas - Nina Greguer (Universo da Espiritualidade)


Azul é a cor da verdade, da devoção, da intuição, da meditação, da expansão, da calma, da sinceridade, do poder no plano mental.

Beber esta água ativará seu chakra laríngeo, para que possa falar o que sente. 
Liberte-se dos arrependimentos que irão se dissolver no azul da água.

Assim como acontece com as frases "Sinto muito, Me perdoe, Te amo, Sou grato", beber Água Azul Solarizada ajuda a apagar memórias tóxicas geradoras de padrões na mente Subconsciente. É, portanto, uma poderosíssima ferramenta de limpeza mental.

Para essa técnica utilizamos um copo, garrafa, ou recipiente de vidro na cor azul; colocamos água mineral e a tampamos.

Após, levar para exposição ao sol, por no mínimo 4 horas, para que a água possa ser carregada com a energia solar refletida pela cor.

Obs: Caso não possua uma garrafa na cor azul, use papel colorido na cor recomendada para envolver a garrafa.

segunda-feira, 8 de maio de 2017

Entrevista com Leandro Karnal (Programa Mais Você)


A utopia da idade perfeita - Leandro Karnal



Alegria de ser mulher - Leandro Karnal



Gabriel Chalita entrevista Mário Sérgio Cortella - Nem tudo é sabedoria


Não seja prisioneiro do mesmo - Mário Sérgio Cortella


Piadina romagnola


Sabato ho mangiato una piadina romagnola con tè al limone (promozione del giorno). Ne ho ordinata una con pomodoro e formaggio e ho potuto ricordare di quando sono stata in Emilia Romagna nel primo viaggio fatto in Italia. Ecco la ricetta. 



Due interviste con Il Volo in Messico (2012 e 2014)


Intervista con Adela Micha (2012)


Intervista con Flor (2014)

Il Volo - Granada (ieri e oggi)


Miss Italia (2009)


Detroit (2012)


Arena di Verona (2015)


Tour americano (2017)



segunda-feira, 1 de maio de 2017

Purificar Karmas, Conhecer a Mente e Saber Usá-la - Monja Coen


Quem fala por mim? - Walcyr Carrasco


Pior que qualquer denúncia é a destruição dos sonhos. Mas a chance de aparecer alguém para revigorar os ideais.

Tenho 65 anos e um profundo descrédito. Sou de uma geração que, certa ou errada, tinha um sonho. Era de esquerda, quando jovem. Está certo, nunca li O capital, mas a maioria dos esquerdistas também não. Li O manifesto do Partido Comunista, mais curtinho, que durante o regime militar circulava de mão em mão. Proibidíssimo. O mundo era mais simples: quem era de direita apoiava os militares. De esquerda, contra. Por causa desse pró e contra, pessoas morriam. O jornalista Vladimir Herzog foi assassinado na cadeia. Muitos também morreram. Torturados. Eram guerrilheiros. Hoje pode parecer assustador falar que jovens se uniam, em pequenos grupos, como VAR-Palmares, Polop, para combater a ditadura militar. O objetivo era tomar o poder. Com frequência, saía a notícia no jornal: guerrilheiro morto em embate com a polícia. Mentira. Era alguém preso, torturado. Morto na cadeia. Os militares brasileiros até que davam uma disfarçadinha. Na Argentina, botavam em aviões e jogavam no mar, em grupos. Também lá, as mães se uniram em busca de seus filhos. Em um protesto contínuo na Plaza de Mayo, denunciando. Lá, também, muitos bebês eram arrebatados das jovens esquerdistas e adotados pelas famílias militares. As avós até hoje procuram seus netos, em pistas cada vez mais tênues. No Chile, na queda do presidente Salvador Allende, eram tantos presos e torturados que foram postos num estádio de futebol. Mas esses jovens tiveram um papel histórico: denunciaram a brutalidade dos regimes militares. Esses horrores estão na minha memória, assim como o primeiro comício de Lula, no ABC paulista. Eu estive lá. Assim como compareci à missa pela morte de Herzog. Medo da cavalaria.

Mas com o tempo meu lado escritor falou mais alto. À medida que a gente se profissionaliza, nem sempre pode participar de atos políticos. Enfim, o governo militar caiu. Tecnicamente, fez uma passagem pacífica para a democracia. Veio uma nova Constituição, e o país podia respirar. Podia? Durante anos, votei nos partidos de esquerda. Simplesmente por acreditar em justiça social. Por duvidar que um país possa ser feliz com crianças passando fome, gente morando na rua. Se me perguntassem o que eu faria se fosse presidente, diria que não sei. Também não quero ser presidente, deputado, ministro. Reconheço, com orgulho, minhas limitações.

Mas, quando Lula venceu, eu respirei fundo. Ele veio, ninguém pode negar, com um projeto de inclusão social. Fomos o último país a abolir a escravidão. Seremos os últimos em muitas coisas, parece. Porque veio junto essa roubalheira toda, pelo menos segundo o que está sendo denunciado abertamente, com nomes e quantias. Tudo bem. Ninguém pode ser julgado apenas pelas notícias. É preciso passar por um tribunal. Mas as notícias são avassaladoras.

Pior que qualquer denúncia, porém, é a destruição absoluta dos sonhos. A maioria dos partidos não tem um projeto capaz de falar por si. Políticos mudam de sigla como trocam de sapatos. Vão do que era esquerda para a direita, e vice-versa. O PT arruinado pelas acusações. Restam o PSOL e a Rede, embora eu sempre fique com um pé atrás porque Marina Silva é evangélica. Tem posturas firmes, que nem sempre coincidem com as minhas. Mas, se eu falo deles, pelo menos sei o que são. Os outros viraram uma omelete. E grandes ícones da minha juventude – não só Lula – hoje estão envoltos em denúncias. Se me perguntarem em quem votarei nas próximas eleições, direi que não sei. Não tenho a menor ideia, porque nenhum partido me representa. Político, então?

Muita gente briga quando ainda se fala de Lula, apesar das evidências. Dizem que é estar contra a classe trabalhadora. Uma coisa eu sei. Ser contra alguém não é duvidar de uma ideia. Todos, absolutamente todos aqueles que sejam a favor da inclusão social, de uma sociedade mais igualitária, podem ser presos por corrupção. Eu poderia ser o juiz a condená-los diante das provas, e mesmo assim continuaria a acreditar na possibilidade de um mundo melhor.

Meu descrédito não é com a política, mas com os políticos. Há um vácuo de poder, que pode até ser ocupado por um novo candidato messiânico tipo Fernando Collor. Mas também é a chance de aparecer alguém capaz de revigorar os ideais, não digo de uma esquerda antiga, mas de uma sociedade mais justa.

Se esse candidato aparecer, é nele que vou votar. Tenho esperança. Ainda vai aparecer quem fale por mim.



(texto publicado na revista Época de 24/04/17)